Haruki Murakami, A sud del confine, a ovest del sole, Einaudi, 2013


Abbiamo votato questa lettura ispirata dalla parola: sole.

Il protagonista della storia è Hajime, che racconta in prima persona il percorso di crescita dalla fanciullezza all'età adulta. È un romanzo di formazione focalizzato sui rapporti umani, sulle relazioni affettive e sull'amore. 

Racconta la fragile esistenza unana filtrata dal protagonista della storia che ne è anche il narratore.

Il romanzo a noi non è piaciuto, se no per la qualità della scrittura. Non ci sono elementi fuori contesto. Sul piano temporale non ci sono forzature né flashback. 

La scrittura di Murakami è evocativa e crea un’atmosfera onirica, mescolando realismo e surrealismo.

Uno degli aspetti più affascinanti del libro è la profondità dei personaggi, in particolare Hajime, che è complesso e vulnerabile. 

L’ambientazione, con i suoi bar jazz e le strade di Tokyo, aggiunge un tocco di mistero e familiarità. 

I temi universali trattati, come il rimpianto e la ricerca di significato, rendono la lettura riflessiva.

Lo abbiamo trovato un romanzo misogeno con la figura del protagonista, Hajime non proprio piacevole.

Hajime è del tutto centrato su se stesso e l’introspezione costante del protagonista risulta a volte pesante.

Ci ha lasciato perplessi la figura di Shimamoto tanto che ci è venuto il dubbio che la donna esistesse veamente e non fosse, invece, un artificio, un pretesto, per far evolvere la storia e il rapporto del protagonista con le donne. 

La figura di Shimamoto ci ha ricordato la protagonista di un altro libro letto insieme "La donna che rubava i mariti" di Margaret Atwood: Zenia, come Shimamoto è una figura che si muove tra sogno e realtà.

Nel complesso è  un libro che lascia un’impronta duratura, ma potrebbe non essere adatto a chi cerca una lettura più veloce e ricca di azione e a chi non ama le atmosfere surreali e oniriche.

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