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Visualizzazione dei post da giugno 23, 2017

Luigi Pirandello, Uno nessuno centomila

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  Luigi Pirandello, Uno nessuno centomila -1926     L’ultimo romanzo di Luigi Pirandello, un testamento letterario da lui stesso definito amaro. Il titolo sintetizza mirabilmente la visione pirandelliana della vita e costituisce un vero capolavoro. Uno dei miei romanzi preferiti.   Il protagonista Vitangelo Moscarda scopre che le persone, a cominciare dalla moglie, hanno un’immagine completamente diversa della sua persona. La scoperta di non essere “uno” agli occhi degli altri lo porterà a sentirsi “nessuno”. A nulla serviranno i suoi tentativi di distruggere questi “centomila” altri. Ritenuto pazzo finirà in un ospizio dove sarà finalmente libero, senza maschere.   Il libro, umoristico nell’accezione pirandelliana, mi ha cattura fin dalla prima pagina; un susseguirsi di situazioni grazie alle quali il protagonista scopre l’assoluta molteplicità dell’io e da personaggio diventa persona proprio attraverso la follia. Rinascere e morire attimo per attimo.    (

Lalla Romano, Le parole tra noi leggere

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Lalla Romano – Le parole tra noi leggere, Einaudi 1969 Vincitore del Premio Strega nel 1969, il libro è un autoritratto del rapporto tra una madre – la narratrice stessa - e il figlio. Uno stream of consciousness di sensazioni, ricordi e attimi vissuti. È un po’ un monologo cronologico che questa madre racconta, entrando nella sua vita e quindi in quella del figlio, a partire dalla sua infanzia. Il loro legame è complicato, soprattutto nell’età adolescenziale, quando il ragazzo inizia ad attraversare quei momenti di criticità comuni a tutti: un continuo tira e molla tra di loro.     Io gli giro intorno: con circospezione, con impazienza, con rabbia. Adesso, gli giro intorno; un tempo invece lo assalivo. Ma anche adesso ogni tanto – raramente – sbotto. Allora lui mi guarda con la sua famosa calma e dice: – Tu mi manchi di rispetto! La lettura non è scorrevole, proprio perché la tematica affrontata è seria e reale, c’è quindi bisogno di calarsi nei panni della

Elsa Morante, L'isola di Arturo

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Elsa Morante, L'isola di Arturo, Einaudi, 1957 (Vincitore del Premio Strega 1957) “Uno dei miei primi vanti era stato il mio nome. Avevo presto imparato (fu lui , mi sembra, il primo a informarmene), che Arturo è una stella: la luce più rapida e radiosa della figura di Boote, nel cielo boreale! E che inoltre questo nome fu portato da un re dell’antichità, comandante a una schiera di fedeli: i quali erano tutti eroi, come il loro re stesso, e dal loro re trattati alla pari, come fratelli.”   L'isola è Procida e Arturo è il protagonista di questo romanzo in cui si racconta in prima persona e  confida i suoi ricordi di bambino e di adolescente.   Arturo fanciullo vive sull'isola, il suo paradiso, in totale libertà, in un palazzo diroccato, sua madre è morta nel darlo alla luce e suo padre è sempre lontano. Il suo è un  mondo fatto di fantasia, di natura, ma anche di solitudine. Idolatra suo padre e non fa altro che fantasticare sui suoi viaggi, ha mitizzato