Emmanuel Carrère, V13. Cronaca giudiziaria, Adelphi, 2023

 


V13 è la rielaborazione degli articoli con cui Carrère ha pubblicato i resoconti delle udienze del processo per gli attentati terroristici di Venerdì 13 novembre 2015 a Parigi. Gli attentati di Parigi al Bataclan, allo Stade de France e nei bistrot hanno causato centotrenta morti e oltre trecentocinquanta feriti. Carrère ha partecipato a quasi tutte le udienze, ha ascoltato le storie delle vittime, degli imputati e della corte e ha incontrato alcuni di loro, restituendo, come sa fare bene, l’umanità di ogni singolo personaggio. Quello che si coglie dell’autore, in questa come in altre pubblicazioni, è la ricerca della verità più profonda, la volontà di comprendere, ancor più della partecipazione emotiva. Non c’è traccia di pietismo in questo resoconto dell’orrore, né pornografia del dolore. Preferisco non parlare delle storie personali qui raccontate, delle testimonianze, la loro lettura è un’esperienza intensa, né mi sembra importante dilungarmi sui tanti interrogativi posti e rimasti senza risposta, sulle responsabilità degli imputati, sugli errori della polizia, sulle strategie della difesa. Quello che mi preme comunicare è quanto questo scritto mi sia sembrato utile per la comprensione del prossimo e di eventi così terribili, per uscire dall’ottica individualistica, per sentirsi parte di una storia collettiva in cui il “male” e il “bene” si intrecciano. Su questo Carrère cita Simone Weil: «Il male immaginario è romantico, romanzesco, vario; il male reale incolore… desertico, noioso. Il bene immaginario è noioso; il bene reale è sempre nuovo, meraviglioso, inebriante» e afferma «Si parla troppo, e con troppa compiacenza, del mistero del male. Essere disposti a morire per uccidere, essere disposti a morire per salvare: qual è il mistero più grande?» (p. 64)

(Ale)





Commenti