Giacomo Papi, Il censimento dei radical chic, Feltrinelli 2019




È un ritratto inquietante e nello stesso tempo divertente dell’Italia di oggi, in cui elucubrazioni filosofiche e citazioni dotte sono considerate con sospetto e disprezzo, un trucco delle élite per ingannare il "popolo", che è preda di sentimenti estremi che esterna con accessi di rabbia, applausi, insulti sui social e violenza fisica, contro i clandestini, i rom, gli omosessuali e gli intellettuali.
La prima vittima, linciata sul pianerottolo di casa, è il professor Prospero, colpevole di aver citato Spinoza in un talk show, venendo immediatamente ripreso dal conduttore: «Questo è uno show per famiglie, e chi di giorno si spacca la schiena ha il diritto di rilassarsi e di non sentirsi inferiore».
Il “primo ministro degli Interni” istituisce il Registro Nazionale degli Intellettuali e dei Radical Chic per censire, con lo scopo di proteggerli, coloro che «si ostinano a credersi più intelligenti degli altri». Molti, però, per non essere schedati si affrettano a svuotare le librerie e a far sparire dagli armadi i maglioni di cachemire (altro simbolo dei radical chic).
Olivia, la figlia del professore, che da anni vive a Londra, torna in Italia per il funerale e trova un paese irriconoscibile. Indaga le cause che hanno portato all'assassinio del padre.
«Questo libro non contiene parole difficili. Autorità Garante per la Semplificazione della Lingua Italiana DL, 17/6, n. 1728» Un’altra trovata divertente e amara dell’autore è quella di inserire nel testo le note di censura di due funzionari solerti.
Da leggere.
(Ale)

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