Il paradosso dell'ignoranza da Socrate a Google
Nel libro "Il paradosso dell'ignoranza da Socrate a Google" di Antonio Sgobba, il cui vero titolo, in realtà, è un punto interrogativo scritto in rosso, si sottolinea che l'errore non è ignoranza. Si può studiare ciò che si sa di non sapere, ma non si può far nulla di fronte a ciò di cui si ignora l'esistenza"; la nostra stessa incompetenza nuoce alla nostra capacità di riconoscere la nostra incompetenza".
Sgobba sostiene che l'ignoranza non si può eliminare e allora sposta la sua attenzione sulla funzione sociale dell'ignoranza e sul rapporto con Google e il Web. L'ignoranza ha una funzione sociale e costituisce un grande vantaggio evolutivo, perché permette agli uomini di collaborare tra di loro e di strutturarsi in comunità, altrimenti gli uomini sarebbero autosufficienti, egoisti e per niente disposti a collaborare.
Per quanto riguarda Google e il Web, hanno creato nell'uomo l'illusione di essere onnisciente.
Nel saggio fa dialogare i grandi filosofi del passato come Platone, Kant e Nietsche, e apre dispute tra giornalisti e burocrati dell'Ottocento, sociologi e scrittori.
Il paradosso di sempre, che scopriamo, è il seguente: non sapremo mai cosa esattamente non sappiamo, e sappiamo solamente ciò che pensiamo di sapere.
La particolarità del libro è che è stampato con due copertine diverse, anche superficialmente simili: la faccia triste e la faccia che ride.
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