Di Martino, Cammarata: Un mondo raro. Vita e incanto di Chavela Vargas


E se vogliono sapere del tuo passato
è meglio raccontare una bugia
digli che vieni da lì, da un mondo raro
che non sai piangere e non te ne intendi d'amore
e che non hai mai amato.

Da un "mondo raro" veniva Chavela Vargas. E' stata una vita avventurosa e strana la sua e i due cantautori Di Martino e Cammarata hanno cercato, in questo libro di raccontare la sua storia.

Io, che non conoscevo niente della storia di questa cantante e che sono pressocchè digiuna nella musica latinoamericana della seconda metà del 1900, sono rimasta affascinata da questa figura che rimane sempre in bilico tra la sobrietà e l'eccesso, che ha avuto la forza di sparire dalle scene per oltre vent'anni e che è ritornata, quando tutti la credevano morta più brava e apprezzata di prima.

Di Martino e Cammarata hanno fatto un bel lavoro di ricerca e sono riusciti ad armonizzare bene i documenti e le informazioni alle quali hanno avuto accesso rendendo il racconto della vita di Chavela Vargas scorrevole e di piacevole lettura.

I due autori hanno inciso anche un album con lo stesso titolo, ma io non ho avuto ancora modo di ascoltarlo.

Un mondo raro. Vita e incanto di Chavela Vargas
Antonio Di Martino,Fabrizio Cammarata
Editore: La nave di Teseo
Collana: Le onde
Anno edizione: 2017
Pagine: 268 p., Brossura 

(Barbara)

Commenti

  1. Questo libro è piaciuto molto anche a me. Non sapendo chi fosse Chavela Vargas ne ho approfittato per ascoltare la sua voce appassionata e struggente, graffiante ma al contempo calda. La sua vita lunga e piena di eccessi è stata anche morte; perché un'artista che si sottrae improvvisamente al suo pubblico muore prima del tempo e così Chavela diventa prematuramente un mito; ma la Chamana grazie alla magia bianca rinasce più volte nel corso della sua vita costellata da personaggi strani ed eccentrici a cominciare da Frida.

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  2. Una vita incredibile e incredibilmente lunga, affascinante e avventurosa. Una donna che in barba a tutti gli schemi e a tutte le regole del viver sociale va per la sua strada, riesce a rimanere sempre fedele a se stessa e alle sue idee e sfida anche la morte.
    Questo romanzo scritto a due mani e frutto di un attento lavoro di ricerca è davvero bello e ti fa entrare nel mondo di Chavela, la Edith Piaf latino americana, che pur non essendo nata in Messico ha finito per rappresentarlo a pieno titolo e che ha interpretato meglio di chiunque lo spirito e la cultura del popolo messicano. Chavela intendeva far venire a galla e mostrare la profondità delle canzoni popolari messicane. E scriveva in una lettera: "Voglio spogliare quelle canzoni e mostrarle nella loro nudità, per quanto pericolosa, come fanno gli sciamani che mangiano tutta quella roba allucinogena. Ecco, voglio fare come gli sciamani, che sono dei medium fra il mondo reale e il mondo della magia. Mi piace pensare che a un certo punto arrivi Chavela Vargas e celebri una 'messa' per tutti coloro che vogliono, per una sera, piangere quelle lacrime così difficili da tirar fuori e tornare a casa più sereni".
    E Chavela, la cui vita era stata salvata dagli sciamani, venne infine accolta dalla comunità degli sciamani col nome di Cupaima: "colei che detiene la memoria di un popolo".

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