Serena Dandini, La vasca del führer, Torino, Einaudi, 2020

 


È una biografia (quasi per niente) romanzata, sui generis (vi entra anche l’autrice con riferimenti alle sue esperienze e ai suoi sentimenti) di Elizabeth "Lee" Miller, una delle più grandi fotografe del Novecento. Quello di Serena Dandini è un percorso di documentazione molto personale sulle tracce della modella e fotografa che si è fatta fotografare nella vasca del Führer.

L’autrice venne colpita dall’immagine di questa bellissima ragazza che fissa l’obiettivo mentre si trova nella vasca con alle spalle la foto di Hitler. Il bagno immacolato e ai piedi gli scarponi infangati, gli stessi con cui ha calpestato (e fotografato) l’orrore del campo di concentramento di Dachau.

Le foto di Lee Miller vennero scoperte dal figlio solamente alcuni anni dopo la sua morte. Lee aveva seppellito l’orrore in soffitta.

Il focus de La vasca del Führer è sulla potenza delle immagini che ora sembra dimenticata.

«Oggi siamo bombardati da una miriade di immagini. Ci piovono addosso da ogni mezzo di comunicazione, siamo assuefatti a qualsiasi novità o stranezza che vorrebbe accalappiare la nostra pigra attenzione: provano ad attirarci con filtri, fotomontaggi e trucchetti vari, ma è sempre più difficile che qualcosa ci colpisca davvero o addirittura ci faccia pensare. Invece la sintesi artistica della foto di Lee Miller è così potente da catturare subito il nostro sguardo. Quando ho scoperto che si trattava dell’istantanea di un’inviata della Seconda guerra mondiale, mi ha talmente incuriosito che non ho potuto non immergermi nella sua storia.» (p. 11)

Serena Dandini racconta di questa donna libera, determinata e dalla forte personalità, una delle donne più emancipate e moderne della sua epoca, che è impossibile non amare.

(Ale)


Commenti

  1. Ho letto anche io questo libro e mi è piaciuto molto. Serena Dandini, come scrittrice, è stata una rivelazione. Non è solo la biografia della Miller ma il racconto di un periodo artistico irripetibile.

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