Rosella Postorino, Le assaggiatrici

Rosella Postorino, Le assaggiatrici, Feltrinelli, 2018





Rosa Sauer, la protagonista di questo romanzo, è una delle assaggiatrici di Hitler. Ogni giorno con altre nove ragazze assaggia i piatti destinati al führer; come una cavia è usata per testare la bontà del cibo e per scongiurare ogni possibile tentativo di avvelenamento. 
 
'Che cosa permette agli esseri umani di vivere sotto una dittatura?', si chiede Rosa, 'Non c'era alternativa, questo è il nostro alibi'.

La storia di Rosa è in bilico tra istinto di sopravvivenza, rassegnazione e ribellione.

Le assaggiatrici rischiano ogni giorno di morire mangiando; non hanno scelto di farlo; sono vittime, ma nello stesso tempo, poiché la paura è vinta dalla fame, sono privilegiate e, in fondo, anche complici di un dittatore e del suo sistema inumano.
Non tutte avvertono lo stesso senso di colpa.

Nell’ambiente chiuso della mensa in cui sono costrette, sotto lo sguardo vigile dei loro carcerieri, fra le giovani donne si allacciano alleanze, amicizie, si crea uno spirito di solidarietà.

L’autrice racconta, nella nota finale, che l’idea per la storia del libro è nata leggendo su un giornale un trafiletto su Margot Wölk, l’ultima assaggiatrice di Hitler ancora in vita, che, però, non ha fatto in tempo ad intervistare prima della morte.

In questo romanzo, che ho amato leggere e che mi ha fatto emozionare, Rosella Postorino porta in primo piano non tanto il tema del nazismo quanto quello della sopravvivenza.
 
Con uno stile sobrio scandaglia i rapporti umani, i sentimenti, le paure e le meschinità della ricerca della sopravvivenza.

Con questo romanzo Postorino ha vinto il Premio Campiello 2018
 
(Ale)

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