Marilena Renda, Regali ai fantasmi
Marilena Renda, Regali ai fantasmi, Mesogea, 2017
Dato che i miei genitori sono morti, nella mia famiglia siamo rimasti io, mia zia e mia sorella, più un certo numero di altri parenti. Mia sorella è sordomuta ma non malata, ecco perché finora di lei si è occupata mia zia. Ora tocca anche a me, penso. Vorrei capire se lei mi piace veramente oppure no: dopo che è nata erano tutti troppo isterici, tutti presi dalla loro difficoltà di capire cosa fare, era impossibile capirci qualcosa. Poi sono passati gli anni, io non sapevo che fare, c’erano troppe cose che non sapevo dire, non sopportavo più nessuno di loro, avevo l’età che me ne volevo andare, mi annoiavano troppo le cose attorno. Il silenzio di Vittoria aveva fatto un silenzio più grande e gettato lo sconforto nella nostra vita, questo pensavo.
La protagonista di questo romanzo parla in prima persona e ricostruisce in un flusso di pensieri e di ricordi il rapporto con la sorella minore sordomuta.
È come se provasse a spiegare a sé stessa i motivi e i momenti cruciali che hanno generato una relazione problematica o addirittura assente con Vittoria.
Ha deciso di riannodare i fili e riallacciare i rapporti che volutamente aveva interrotto andando via dalla casa in cui viveva con la famiglia e vi è ritornata provando a ricostruire un legame.
Spesso però gli sforzi profusi conducono a risultati che non ci aspettiamo.
(Alessandra)
Dato che i miei genitori sono morti, nella mia famiglia siamo rimasti io, mia zia e mia sorella, più un certo numero di altri parenti. Mia sorella è sordomuta ma non malata, ecco perché finora di lei si è occupata mia zia. Ora tocca anche a me, penso. Vorrei capire se lei mi piace veramente oppure no: dopo che è nata erano tutti troppo isterici, tutti presi dalla loro difficoltà di capire cosa fare, era impossibile capirci qualcosa. Poi sono passati gli anni, io non sapevo che fare, c’erano troppe cose che non sapevo dire, non sopportavo più nessuno di loro, avevo l’età che me ne volevo andare, mi annoiavano troppo le cose attorno. Il silenzio di Vittoria aveva fatto un silenzio più grande e gettato lo sconforto nella nostra vita, questo pensavo.
La protagonista di questo romanzo parla in prima persona e ricostruisce in un flusso di pensieri e di ricordi il rapporto con la sorella minore sordomuta.
È come se provasse a spiegare a sé stessa i motivi e i momenti cruciali che hanno generato una relazione problematica o addirittura assente con Vittoria.
Ha deciso di riannodare i fili e riallacciare i rapporti che volutamente aveva interrotto andando via dalla casa in cui viveva con la famiglia e vi è ritornata provando a ricostruire un legame.
Spesso però gli sforzi profusi conducono a risultati che non ci aspettiamo.
(Alessandra)
E' un libro che non ho amato particolarmente e ho anche fatto molta fatica a leggerlo. Mi rimarrà comunque l'aver letto una delle più belle (e veritiere) descrizioni di Palermo.
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