José Saramago, Cecità 1996



Cecità- José Saramago

Il romanzo, scritto dal Premio Nobel per la Letteratura José Saramago, è stato pubblicato nel 1995 con il titolo Ensaio sobre a Cegueira.

In una città mai nominata, un automobilista fermo ad un semaforo diventa improvvisamente cieco, ma la sua cecità è particolare vede, infatti, tutto bianco. Tornato a casa grazie all’aiuto di un altro uomo, racconta l'accaduto a sua moglie; si recano così da uno specialista il quale non è in grado di dare spiegazioni per l’improvvisa cecità.

Ben presto la cecità comincia a diffondersi e colpisce lo stesso medico; solo la moglie del medico è l'unica a resistere al contagio. L'epidemia si propaga in tutta la città e il governo decide di rinchiudere i ciechi per evitare il contagio.

Il medico e la moglie, fintasi cieca per non essere separata dal marito, vengono internati in un ex manicomio dove incontrano tra gli altri il primo cieco e sua moglie. I personaggi sono identificati sempre tramite espressioni impersonali.

La cecità continua a trasmettersi in tutto il paese e i ciechi si ritrovano abbandonati al loro destino. Un gruppo di ciechi malvagi inizia ad esercitare violenze sugli altri, ruba il cibo proveniente dall'esterno per poter ricattare i compagni e abusa sessualmente delle donne. La moglie del medico, durante uno di questi stupri collettivi, uccide il capo dei ciechi malvagi e un'altra donna dà fuoco ad un cumulo di coperte dando inizio ad un incendio che avvolgerà tutto l'edificio. Molti ciechi muoiono, ma una parte riesce a uscire.

Una volta giunta fuori, la moglie del medico vedrà i risultati dell'epidemia: morti per le strade, ciechi che occupano le case degli altri e lottano l'uno contro l'altro per il cibo.
Non svelerò la fine ma la lascio a chi vorrà leggerlo.

Il tema del romanzo è l'indifferenza, l’assenza di umanità. La società è cieca perché non esiste solidarietà, l'unica legge che conta è quella del più forte e l’uomo mette in atto tutta la sua brutalità nei momenti di difficoltà.

Ricordo ancora adesso il sentimento di immedesimazione che arrivò a coinvolgermi al punto di sentirmi anche io parte della scena, di vivere l’angoscia, la mancanza di orientamento, la paura.  Un romanzo da “brividi” ma bellissimo.

(Tiziana)

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